Donne e Ristorazione | Intervista a Martina Caruso
8 Marzo #EachforEqual
Giornata Internazionale della Donna. Nonostante la nostra società abbia fatto molti passi avanti nell’affrontare l’immensa pressione che le donne affrontano tutti i giorni e abbia contribuito a ridefinire cosa significa essere donna oggi, c’è ancora molto su cui battersi per dimostrare che in quel bel corpo formoso e sensuale c’è una voce che chiede d’essere usata, ma soprattutto ascoltata.
Chef donne nel mondo
Abbiamo raccolto qualche numero interessante riguardo alla presenza femminile nella ristorazione, un campo occupato prevalentemente da uomini, ma che negli ultimi anni ha visto emergere chef donne di successo alla guida di ristoranti stellati.
Stando ai dati della prestigiosa guida Michelin, le donne chef nel mondo sono circa il 4% su oltre 3.300 ristoranti in 28 nazioni: in Francia su 621 stellati le donne sono appena 16, mentre in Italia i numeri si alzano: 45 su 367, posizionandosi come il Paese con la più alta percentuale femminile.
A tu per tu con Martina Caruso
Per celebrare la Giornata Internazionale della Donna che si terrà venerdì 8 Marzo e conoscere meglio cosa ispira le donne a puntare in alto nel settore della ristorazione, abbiamo incontrato Martina Caruso, Chef Patron del Ristorante Signum di Salina, stupenda isola siciliana delle Eolie.
Reputata dalla critica come una delle migliori interpreti dell’alta cucina, Martina è riuscita a portare il suo tocco femminile nella scena gastronomica italiana e dimostrare il suo grande talento: nel 2016 è stata premiata con una stella dalla Guida Michelin e nel 2019 ha ottenuto il premio come migliore chef donna dell’anno.
Cosa significa per te essere donna?
Sono cresciuta in un contesto familiare dove la donna non è mai stata messa da parte, anzi. Infatti, era mio padre che ci portava al mare, si preoccupava della nostra educazione e dei lavori che oggi definiremmo “femminili”, mentre che mia madre si dedicava più della gestione dell’albergo e oggi è sindaco del Comune di Malfa. Nonostante il duro lavoro e le grandi responsabilità, che molte volte l’hanno portata ad assentarsi, non ha mai mancato nella sua femminilità e ci ha cresciuti con tutta la dolcezza che solo una madre sa trasmettere.
Ti consideri una donna di successo?
Assolutamente sì. Ho lavorato molto per raggiungere il ruolo che ricopro oggi al Ristorante Signum e durante la mia carriera non ho mai sentito l’esigenza di definire la mia posizione per sentirmi più importante. Sebbene si parli ancora molto del divario tra uomini e donne, soprattutto nel mondo del lavoro, ritengo sia anacronistico pensare che esistano ancora oggi queste differenze.
Quali sono state le sfide più grandi che hai dovuto affrontare come donna nel tuo campo?
Anche se la ristorazione è un settore quasi prettamente maschile, non ho mai riscontrato dei veri e propri ostacoli e mi rendo conto che sempre più donne stanno prendendo piede in questo campo con grandi riconoscimenti. Quando ho intrapreso il mio percorso professionale i miei genitori erano contrari, perché credevano mi sarei arresa facilmente al troppo lavoro. Invece, ho saputo resistere e mi è piaciuto.
Cosa ti appassiona di più del tuo lavoro?
Quello che amo di più del mio lavoro è la trasformazione della materia prima, ma soprattutto impastare a mani nude. Sono attratta dall’adrenalina del servizio e dal lavoro di squadra della mia brigata, adoro giocare con i sapori, i contrasti e le consistenze, fare azzardi in cucina facendo scaturire i veri sapori di una volta.
Chi o cosa ti ha aiutato lungo il tuo percorso per arrivare dove sei ora?
La mia famiglia e la squadra di lavoro sono stati fondamentali, poi anche essere stata determinata nella mia passione e riuscire a farne un mestiere di successo.
Quale consiglio daresti a una giovane aspirante Chef?
Sicuramente essere umili, curiosi e avere tanta, tanta pazienza. Se desiderate ottenere qualcosa nella vita, dovete portarlo avanti come un sogno tenuto nel cassetto e pronto per essere realizzato.Per me è stato importante viaggiare, conoscere nuovi sapori e tecniche nuove, per poi tornare nella mia amata terra e portare alla mia cucina un continuo rinnovamento.
Quali sono i tuoi consigli per trovare un buon equilibrio tra lavoro e vita privata?
L’organizzazione è tutto e al momento riesco a pianificare molto bene i miei impegni tra lavoro e vita privata. Molto probabilmente tutto questo cambierà quando sarò in maternità, dovrò cambiare stile di vita e trovare nuovi equilibri.
Pensi che il trend del food-blogging possa ispirare maggiormente le donne a intraprendere questo mestiere rispetto al passato?
In Italia ha preso piede e negli ultimi anni è diventato prevalentemente di connotazione femminile. Senz’altro lo scrittore in rete aiuta a divulgare la cucina in tutte le sue sfaccettature, ma non bisogna cadere nella banalità cercando sempre di vedere e capire questo lavoro con tutte le sue fatiche, le sue difficoltà e il grande impegno nel portare avanti solo le particolarità.