Etikø Bistrot Torino: Dove il Sapore è Diverso per Davvero
Etikø – Diversamente Bistrot di Torino è un bar bistrot gestito dalla cooperativa Sociale Spes che fa capo all’Opera Torinese del Murialdo. Quest’ultima è da sempre impegnata nell’accoglienza, nell’accompagnamento e nell’educazione dei giovani, attraverso l’istruzione, la formazione e l’avviamento al lavoro. E anche in questo caso, in cui si parla di ristorazione e scelta delle materie prime, è riuscita nel proprio intento. Per questi – e altri – motivi abbiamo voluto che Etikø – Diversamente Bistrot fosse il protagonista della nostra ormai folta rubrica In Evidenza, in cui, attravero concise ma succose interviste facciamo luce sui primi della classe del mondo della ristorazione.
Etikø – Diversamente Bistrot di via Filippo Juvarra è un format nato dall’esigenza dell’Opera Torinese del Murialdo di aprirsi alla città di Torino. Rossano Ianutti, protagonista dell’intervista e gestore per conto della suddetta comunità attenta alle esigenze del territorio, dei giovani e delle famiglie in difficoltà, ci accompagna oggi attraverso questo modello di eticità ambientale e sociale. Ambientale perché sceglie come punto fermo materie prime che provengono da agricoltura biologica, chilometro ø, allevamenti non intensivi e pesce del Mediterraneo, valorizzando le specie meno conosciute e le parti delle carni meno nobili. Sociale perché all’interno di Etikø opera anche personale con fragilità sociali e allievi della scuola di sala-bar facente capo all’Opera Torinese del Murialdo. Il tutto viene poi condito con un’attenzione particolare al servizio, alla presentazione dei piatti e all’estetica del locale. Se vi trovate a Torino Etikø deve essere quindi una tappa obbligata!
1. Che cosa ti ha spinto a scegliere questo settore? Che cosa ti ispira?
La passione per il cibo e il vino, la ricerca costante di nuove referenze, per la cucina e per la carta vini-beverage.
2. Che cosa aggiunge il tuo ristorante al panorama culinario della città?
La parte “etica” che la ristorazione dovrebbe portarsi dietro, per fungere da ri-educatore verso l’acquisto di prodotti che abbiano il minor impatto possibile su ambiente e società.
3. Qual è stata la sfida più grande che hai dovuto affrontare?
È ancora in corso ed è Etikø, vista la continua cura, dedizione e scelta di prodotti di alta qualità da portare avanti in qualsiasi situazione.
4. Come credi cambierà l’esperienza del mangiare al ristorante nel futuro?
Spero che l’attenzione al cibo, più che all’ambientazione e ai servizi accessori, diventi prioritaria. Spero quindi che si sviluppi sempre più una sana curiosità da parte del cliente sul prodotto che gli viene somministrato.
5. C’è un piatto del menu di cui sei particolarmente orgoglioso? Qual è la sua storia?
Il menu cambia frequentemente, ma l’orgoglio principale è creare una carta che contenga piatti con materie prime povere, provenienti dal territorio circostante e poi rielaborate ed esaltate dalla combinazione che se ne fa nel piatto.
6. Secondo te come cambieranno i trend culinari nel futuro?
Il territorio diverrà sempre più il perno attorno a cui far girare tutto: il menu, la location, gli ingredienti, l’esperienza che ogni ospite percepisce suduto al tavolo del ristorante.
7. Se dovessi uscire a cena con due persone, chi sceglieresti?
Carlio Petrini, fondatore di Slow Food, organizzazione che da anni si adopera per la salvaguardia della cultura e delle colture del territorio. E poi con Igles Corelli, maestro indiscusso della ristorazione italiana e volto noto di Gambero Rosso Channel con il suo programma “Il gusto di Igles”.
8. Se dovessi scegliere le portate del tuo ultimo pasto, cosa sceglieresti?
Pesce azzurro crudo e tagliata di vitello piemontese.