Intervista con l’Osteria Cipolla Rossa di Firenze

A tu per tu con l’Osteria Cipolla Rossa di Firenze

I ristoranti, le pizzerie, le trattorie e i bar sono tra gli esercizi pubblici più colpiti dall’emergenza coronavirus e per far fronte alle nuove esigenze dei clienti, alcuni ristoranti non hanno perso tempo e si sono organizzati con un servizio di consegna a domicilio last-minute e offrendo dining bond online. C’è anche chi approfitta del tempo per pensare a nuovi format da proporre, oppure per relazionarsi più da vicino con i clienti attraverso i social.

Insomma, quello che si percepisce è che per ora tutti cercano di non mollare. Ma come sarà andare al ristorante quando tutto questo sarà finito? Lo abbiamo chiesto direttamente a uno dei tanti protagonisti, il proprietario dell’Osteria Cipolla Rossa di Firenze Massimo Manetti.

Signor Manetti, che aria si respira tra voi ristoratori a Firenze?

Purtroppo per noi, la situazione è critica. La maggior parte vive nello sconforto e con tanta preoccupazione per il futuro delle nostre attività.

Nel frattempo, come ha deciso di reagire all’emergenza?

Il governo ha esteso la cassa integrazione a tutte le attività del settore e l’accesso al credito, per cui abbiamo optato per queste due al momento.

Pensa che la consegna a domicilio possa essere una soluzione da sfruttare anche da chi non l’ha mai proposto come servizio?

In questo momento di estrema difficoltà, tutti pensano a soluzioni alternative per poter fronteggiare una situazione finanziaria negativa, ma non credo ci possano essere i numeri sufficienti affinchè la consegna a domicilio possa essere considerata come una vera e propria risorsa. Nel nostro caso, non proponiamo il servizio delivery, semplicemente perchè non rispecchia la nostra identità. Per noi, è importante continuare a fare quello che ci riesce meglio, quindi una ristorazione di qualità in un ambiente che faccia star bene e sentire a casa i nostri clienti.

Secondo lei, come cambierà il mondo della ristorazione una volta passata l’emergenza coronavirus?

Avremo sicuramente una ristorazione diversa, anomala. Se fosse vero quello che vediamo scritto sui giornali, ci saranno distanze da mantenere e normative da seguire, situazioni che non aiuteranno a creare un ambiente adatto alla socialità. Quando andiamo al ristorante vogliamo passare un momento conviviale, spensierato e questo genere di restrizioni potrebbero cambiare il nostro modo di relazionarci nei luoghi pubblici.

Quale messaggio vorrebbe comunicare ai nostri lettori per aiutarli a supportare i ristoranti locali?

Non credo sia necessario comunicare nulla, quando sarà finita finalmente l’emergenza ci sarà tanta voglia di tornare a vivere, di tornare alla normalità e le persone avranno semplicemente voglia di tornare a uscire nei locali e mangiare al ristorante, probabilmente torneranno dove ricordano di avere avuto un’esperienza piacevole.

E quale sarà il suo menu di Pasqua?

Classico come tutti gli anni passati: si parte con un antipasto di affettati toscani e crostini misti, come primo troviamo i tortellini in brodo e il secondo è un arrosto misto con l’immancabile agnello, patate, spinaci e insalata di cipolle piccanti. Quest’anno dovrò accontentarmi della colomba e dei cantucci con vin santo per dolce, il tutto annaffiato da un buon chianti!

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